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Cappella di San Silvestro in Vallunga

Un puntino bianco in uno scenario dolomitico strabiliante

Quanti modi conosciamo per raccontare la montagna?

Le vette – soprattutto quelle dolomitiche – sono sempre “altissime”, “maestose” o “imponenti” e ci sorprendono con la loro autorevolezza, obbligandoci ad un senso di rispetto e devozione.

Ma a due passi da Selva, paesino della Val Gardena adagiato in una conca tra versanti ricoperti di conifere, c’è qualcosa di molto, molto più piccolo di una montagna, che spicca per il suo essere minuto.

La Cappella di San Silvestro è un luogo di silenzio e pausa all’interno del Parco Naturale Puez-Odle, tra ponti naturali, torri rocciose e magnifiche foreste.

Situata al principio della Vallunga – la splendida vallata che ospita anche le rovine di Castel Wolkenstein annidate nella roccia scoscesa – gli altoatesini la chiamano semplicemente la “chiesa in Vallunga”, meta di processioni e immancabile sosta per gli escursionisti sia in inverno che in estate.

Questa miniatura non ha nulla di speciale all’apparenza, se non le pitture murali del ‘600 che sono state rinvenute durante il restauro nel 1993 e che raffigurano la vita e la passione di Gesù, i quattro Evangelisti, Adamo ed Eva e il giudizio universale.

Ma a ben guardare non sono gli affreschi l’unica particolarità. 

Nel bel mezzo di un verde estivo e sconfinato e tra fioriture di ranuncoli gialli, intenerisce imbattersi in questo puntino bianco circondato da uno scenario dolomitico strabiliante, in un intreccio di pareti montuose e boschi di larici e cembri che non a caso è stato eletto Patrimonio dell’Umanità. Questo gioiellino sempre aperto alle visite conferisce al paesaggio una tale grazia e una tale gentilezza che la montagna stessa pare inchinarsi al suo cospetto.

L’istantanea è davvero da cartolina: un piccolo eden abitato da mandrie al pascolo, qualche torrente a poca distanza, e questa singolare costruzione che parla alle montagne mute e grandiose. 

Sarà nata qui la favola della casetta nel bosco che abbiamo tanto desiderato nella nostra infanzia?